domenica 18 marzo 2018

Say Adieu to Say Adieu to Yue.


Mi guardo intorno e vedo una stanza con delle pareti azzurre. Appese alle pareti ci sono tanti quadretti: quello con la stampa de Il Porto Proibito , quello con la foto del fratello che non c'è più,  quello dove ci sono io che indosso una tutina di Topolino (avrò forse sei mesi). Poi c'è il vecchio orologio in ottone ereditato dalla nonna, che torreggia sopra una vecchissima libreria di vimini (che avrà vent'anni, ma pur essendo stipata non ha un solo ripiano incurvato dal peso dei fumetti). Poi arriva l'armadio, vecchio e pieno di adesivi , che ingloba una scrivania sempre in disordine, e finalmente, si apre una finestra che si affaccia  sull' aperta campagna. E poi, di nuovo quadretti: un disegno di Banana Fish, una stampa di Black Jack, ed un piccolo collage di illustrazioni di Sunny. L'ultima parete è quella delle mensole, con scatoline e vecchi pupazzi, e sotto di esse c'è il calendario 2018 di Edward Hopper: nel mese di Aprile c'è il dipinto Cape Cod Evening, e mi ha sempre messo tristezza quella donna giunonica a braccia conserte, che sembra provare astio sia verso il marito che verso il cane. Sotto il calendario c'è un vecchio mobiletto con sopra un portatile (che però non è mai stato "portato" da nessuna parte), e a lato un enorme letto, troppo grande per la stanza, che in effetti è proprio piccola. 

In questa stanza , il 3 Marzo di dieci anni fa, nasceva Say Adieu to Yue: ha faticato parecchio prima di trovare una sua identità (vi ricordate i primi, assurdi post?), ma con gli anni è diventato -almeno per me-  un luogo confortevole, dove poter parlare delle mie più grandi passioni. Oggi, 8 Aprile 2018, Say Adieu to Yue se ne va serenamente in pensione. Negli ultimi tempi, i post sono diventati sempre più rari e meno ispirati , quindi la chiusura del blog è una conseguenza naturale, e va accettata. 
Ringrazio tutte le persone che lo hanno seguito ed amato (anche solo per un periodo) , e chiedo scusa a tutti quelli che rimarranno delusi da questa notizia.  

Ma voglio lasciarvi con una notizia bella: un altro manga di cui ho parlato sulla rubrica I manga che non leggeremo mai in Italia è stato annunciato da una casa editrice italiana: mi riferisco allo splendido Utsubora, di Asumiko Nakamura!  Di sicuro, in questo 2018 i manga belli da leggere non mancheranno. 



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