In "The Left Hand of Darkness" di Ursula Le Guin, il protagonista si trova sul pianeta Gethen, i cui abitanti sono completamente androgini, o meglio di un genere neutro: solo per un breve periodo di tempo -il periodo fecondo- assumono le caratteristiche di un sesso o dell'altro, ma è una scelta del tutto volontaria, che avviene fra i due partner.
Questa dinamica riguardo l'identità di genere dei Getheniani mi colpí molto durante la prima lettura, e forse ha colpito anche Moto Hagio.
In Siamo in 11!, uscito nel 1975, uno degli undici esaminandi alla deriva nello spazio è Frol, proveniente dal pianeta Vene. Pur proclamandosi uomo, Frol è in realtà un ermafrodita in attesa di andare incontro alla "seconda crescita", dove grazie all'assunzione di un ormone specifico si può scegliere di quale sesso diventare (lasciando fare alla natura, la scelta è casuale). Hagio gioca un po' con questo personaggio, che pur innamorandosi del protagonista e dichiarando di essere disposto a diventare donna per lui, continua a comportarsi da maschiaccio per tutto il volume. Ma in realtà, anche se non in modo particolarmente approfondito, usa Frol anche e soprattutto per fare una riflessione sui ruoli di genere nella cultura e la società dei vari pianeti : Frol infatti, inizialmente non accetta l'idea di poter diventare donna, perché il suo triste destino sarebbe quello di sposarsi ad un nobile molto più vecchio, finendo messo in disparte come le sue sorelle.
Nel 1979 esce "Star Red", ed ancora una volta Hagio sovverte i ruoli di genere e biologici : è Yodaka, marziano biologicamente uomo che vive sulla terra a recuperare, grazie ai suoi poteri, l'anima alla deriva della protagonista Sei : per poter farla rinascere, modifica il suo corpo diventando donna, accettando in grembo l'anima della ragazza e diventando così la genitrice di una nuova stirpe di marziani "terrestri" .
Questa sorta di "decostruzione" del ruolo della madre (e del femminile) avviene anche nel volume di racconti (ambientati nello stesso universo) A-A', uscito nel 1981. Nella terza storia X+Y abbiamo un altro personaggio (Tacto) che pur identificandosi come uomo ha il doppio cromosoma X, e nei primi anni di vita è passato alternativamente da un sesso all'altro. Questa sua particolarità deriva dalla storia dei genitori, ed anche in questo caso c'è un trauma legato alla figura della madre (altrimenti non sarebbe la Hagio!). La madre di Tacto, infatti, era uno scienziato uomo, che ha testato su di sé un farmaco in grado di cambiare il genere sessuale. Una volta diventato donna, concepisce Tacto con il collega di studi, scegliendo di rimanere definitivamente in quella condizione. Dopo la nascita del bambino, però, il farmaco cessa di avere effetto sul suo corpo, portando la madre di Tacto alla follia e al suicidio (tutto perché il padre non riesce a continuare ad amare la donna che lentamente stava tornando ad essere un uomo). Tacto verrà a patti solamente grazie a Mori, che lo amerà a prescindere dal suo genere.
Nel 1985 esce Marginal, opera che forse tira le fila di tutto questo discorso, andando a mostrarci un mondo in cui il genere femminile è praticamente scomparso, e la riproduzione avviene esclusivamente per via artificiale (sotto lo spauracchio della Mother, che altri non è che un patetico fantoccio con l'unico scopo di rappresentare "il femminile", che ormai è diventato una sorta di venerato lascito dei tempi passati, totalmente slegato dalla vita di tutti i giorni).
È sempre difficile star dietro alla biologia creata dalla Hagio, ma anche in quest'opera il protagonista ha elementi sia maschili che femminili, e questa dualità sarà la chiave di volta della storia : sarà l'elemento che, forse, guarirà il mondo di Marginal.
Sicuramente, l'approccio di Hagio a tematiche come l'identità di genere è ancora piuttosto naif rispetto alla sensibilità moderna con cui oggi viene affrontato, eppure riecheggia chiaramente nelle sue storie, e fa riflettere. I suoi personaggi, anche quando non biologicamente ermafroditi, sono molto spesso androgini e in particolar modo, è curioso vedere, come di opera in opera, il "femminile" sia percepito molto più spesso come una maledizione (perché alle donne non viene mai concesso tutto come agli uomini) che come una benedizione. Sarà mica che la Hagio odia le donne? Secondo me no, e anzi, nelle opere sopracitate sembra quasi liberarle da fardelli tipicamente femminili come quello del parto e della crescita dei figli (dando anche agli uomini la possibilità di procreare) andando così a destabilizzare tutti i costrutti che ruotano attorno al maschile e al femminile. Ecco, i ruoli di genere sì. Quelli deve odiarli tantissimo. Voi che ne pensate?