Suiiki di Yuki urushibara
Dati generici: Originariamente serializzato sulla rivista seinen Afternoon di Kodansha . E' composto da 12 capitoli (il primo dei quali uscito a gennaio 2010 e l'ultimo a dicembre dello stesso anno), raccolti in seguito
in due volumi da 250 pagine (che in Giappone sono usciti contemporaneamente e in due versioni che differiscono per le copertine). Ci tengo a precisare una cosa: quest'opera è andata incontro a naturale conclusione, e non è stata forzatamente interrotta per scarso successo di pubblico (come ho letto in giro su alcuni siti italiani).
Trama: Durante un estate caldissima e siccitosa Chinami sviene durante l'ora di educazione fisica e si risveglia sulla riva di un placido fiume in mezzo ai monti. Dove si trova? Sta sognando? Poco importa. Attratta da tutta quell'acqua si fa una nuotatina, e dopo aver sguazzato un po' , al colmo della felicità, si ritrova nuovamente nella calda Tokyo, circondata dai compagni di classe preoccupati. La sera stessa, mentre fa il bagno, le accade di nuovo. Si ritrova in riva allo stesso fiume e, incuriosita , decide di esplorare la zona. Li vicino c'è un villaggio ma pare deserto, quindi continua la sua esplorazione fino ad arrivare ai piedi di una piccola cascata fra le rocce. Quì, dalle acque emerge un ragazzino che dopo aver notato lo stato confusionario della ragazza la accompagna al villaggio, e la ospita nella casa dove vive insieme all'anziano padre. A quanto pare, i due sono gli unici abitanti di quel luogo. I tre cenano e vanno a dormire, e Chinami ritorna alla realtà rendendosi conto di essere svenuta nel bagno.
Qualche giorno dopo, Chinami va a trovare la nonna, e le racconta di questi bizzarri sogni che sta avendo. Con suo grande stupore, la nonna dice alla nipote che il villaggio dei suoi sogni somiglia moltissimo al luogo in cui è creciuta. E che forse, Chinami ha dei vaghi ricordi di quando , all'età di due anni, visitò il villaggio natale della nonna. Possibile?
Chinami continua a "tornare" al villaggio, e qui ritrova il ragazzino (che dice di chiamarsi Sumio), che racconta alla ragazza che nel luogo in cui si sono incontrati la prima volta vive un drago, che da sempre protegge il villaggio.
Chi è Sumio? E come mai si chiama come il fratellino della madre di Chinami, morto annegato? E perché sia la nonna che la madre sono così reticenti a parlare del villaggio in cui sono cresciute? Non voglio aggiungere altro. Un po' perché -se non si fosse capito- sono pessimo nel fare i riassunti e un po' perché è un peccato spoilerare una storia così bella.
Personaggi: La storia viene narrata da più punti di vista: quello di Chinami, quello della madre Kazumi e quello della nonna Kyoko. E una narrazione in più prospettive che contribuisce a dare il giusto spessore ai personaggi e che quindi ben si adatta ad un opera breve. I personaggi femminili sono i miei preferiti: sono più concreti e coraggiosi rispetto a quelli maschili, testardamente ancorati al passato. Alla fine, anche il villaggio stesso diventa a sua volta un "personaggio" , con una sua personalità e sentimenti.
Stile: La Urushibara mi sembra migliorata dai tempi di Mushishi: le tavole sono sempre ricchissime di particolari, ma adesso disegna le mani in modo quasi perfetto XD. E poi ci sono pagine di una bellezza folgorante, soprattutto quelle dove è presente l'acqua: sembra proprio l'elemento naturale dell'autrice (d'altra parte, anche nella doppia intervista fatta insieme a Mitsuru Adachi ha ribadito il suo amore per il mare e l'acqua, che sono sempre presenti nelle sue opere). Mi sembra quasi inutile aggiungere che le tavole a colori sono bellissime (vedere per credere).
Perché piace a Yue: Io nutro un amore sconfinato per quest'autrice. Mushishi è ne più ne meno un capolavoro, e anche in quest'opera l'autrice dimostra tutto il suo valore.
Il tema di questo manga , secondo me, è quello della nostalgia. Nostalgia per luoghi e persone del nostro passato che non esistono più, se non nel nostro cuore. E' per questo che il finale mi ha lasciato commosso ma con un po' di amarezza... Ma d'altra parte l'autrice ci ha insegnato più di una volta in Mushishi che non esistono finali completamente lieti.
Si trova in lingue comprensibili?:E' stato annunciato da Dynit!