Tanto per cominciare...

mercoledì 12 giugno 2013

Dragonero

Il mio controverso rapporto con i fumetti della Bonelli è noto ai più, ma tutto sommato questa casa editrice mi fa tenerezza, soprattutto quando cerca di svecchiarsi e di proporre qualcosa di (secondo loro) nuovo. Per cui,  quando ho letto che avrebbero pubblicato una nuova testata fantasy (genere che adesso va tanto di moda) ho pensato con un mezzo sorriso: Ma sì, quasi quasi lo provo!

Ecco, in questo post voglio parlare della mia esperienza con Dragonero

Tanto per cominciare mi sembra giusto citare i creatori di questo personaggio: Luca Enoch e Stefano Vietti.  Ai disegni abbiamo Giuseppe Matteoni , che ha illustrato sia il "pilota" (ovvero il romanzo a fumetti   di 296 pagine, uscito qualche anno fa)  che il primo numero della serie regolare.



Per quanto riguarda la trama, cito testualmente quella fornita dalla casa editrice (voi direte, eh, ma ancora? E io dico sì: citare la trama fornita dalla casa editrice è il modo migliore per evitare spoiler). Iniziamo dal volume "Pilota":

Il primo volume dei “Romanzi a fumetti Bonelli”, "Dragonero", con le sue 296 pagine, ci porta in pieno territorio “fantasy”… Aldilà delle terre civilizzate dell’Erondàr, oltre la ciclopica barriera del Vallo che separa l’Impero dalla Terra dei Draghi, le Torri di pietra stanno crollando. I giganteschi monoliti cedono uno dopo l’altro sotto le spinte furiose di una forza malefica. L'Antico Divieto, il sigillo che incatena gli Abomini nel loro buio mondo, sta per essere infranto. Il mago Alben sa cosa deve fare.  Convocherà Myrva, giovane seguace dei potenti Tecnocrati; sceglierà Ecuba, una monaca guerriera che vegli su di lui; richiamerà a sé Ian Aranill, ex ufficiale dell'Impero, per avvalersi della sua esperienza di scout, insieme all'orco Gmor, il suo fedele amico.   Insieme dovranno scontrarsi con le forze malefiche evocate da un vecchio nemico del mago,e le orde degli Algenti, gli unici esseri, senzienti e malvagi, che abitano l'ormai desolata Terra dei Draghi. E sa che Ian, membro dell'antica famiglia dei Varliedàrto, gli Uccisori di Draghi, è l'unico che potrà opporsi all'ultima terribile minaccia che dovranno affrontare! 

Commento di Yue:

Disegni: A mio parere sono una delle cose migliori di questo volume. Lo stile di Matteoni è molto piacevole e curato, e nel complesso lo trovo adattissimo ad una storia fantasy.
Mi piace molto l'utilizzo che fa del bianco e nero e delle silhouettes: in questo mi ha ricordato il grande Magnus e questa cosa va tutta a suo favore. Belle e comprensibili le scene di combattimento e ricercati e ben fatti gli sfondi . Insomma, sul fronte grafico questo volume si merita i miei elogi.

Personaggi: E qui invece casca l'asino! Insomma, per farla breve non brillano per originalità o spessore. Ian è il classico protagonista buono e rassicurante alla Tex. Gmor è la simpatica spalla comica. Myrva, nonostante i pistoloni  fa più che altro la parte della "damigella in pericolo" il cui ruolo è quello di essere salvata da Ian mentre  il vecchio mago Alben è un po' il Gandalf della situazione. Insomma, io non sono di quelli che cercano l'originalità a tutti i costi e lo scardinamento degli stilemi del fantasy classico, ma qui siamo veramente nel territorio del banalotto e già visto. 

Storia: Ammetto che la prima parte del volume mi è piaciuta. L'ambientazione è molto curata e la storia -pur nella sua linearità- ha un buon ritmo. Certo, la barriera del Vallo (continuamente assediata da creature oscure) ricorda tantissimo la Barriera di Game of Thrones , ma gli autori sono stati onestissimi nel citare le loro fonti di ispirazione (leggetevi le numerose interviste) quindi non mi ha stupito più di tanto. Con il proseguire del volume, però, il tutto comincia a sfaldarsi e dopo qualche accelerata si arriva ad un finale un po' tirato  via, dove il cattivo principale (ovvero un mago "passato al lato oscuro") viene clamorosamente liquidato, senza nemmeno spiegare chi diavolo è, o cosa vuole, o il semplice (mica tanto) "perché?". Praticamente è messo li per evocare un Drago (il boss finale) e ciao.
Ecco, questa mancanza di qualsiasi approfondimento conferisce a questo Dragonero un' aria da fantasy "fracassone" e alla "buona" che mi ha parecchio smontato. Certo, non si poteva fare tanto di più in un solo volume, ma almeno inserire un villain degno di nota, e chiarire alcune lacune nella trama lo si poteva fare benissimo. Quindi nel complesso il mio giudizio non è positivo.


Per quanto riguarda il primo volume della serie regolare, questa è la trama:
Città portuale di Baijadan, a sud dell’Impero… Ian Aranill, l'orco Gmor, l'elfa Sera e Myrva dei Tecnocrati stanno investigando su di un traffico di armi destinato ad alcune tribù di Orchi in rivolta, ma si trovano di fronte ad un pericolo inatteso: un’arma dagli effetti devastanti che sembrava andata distrutta per sempre proprio grazie all’intervento di Ian, sei anni prima. Inizia così un viaggio che porterà l'Uccisore di Draghi e i suoi compagni a svelare chi sia l’oscura figura che oggi ha di nuovo in mano il potere del fango pirico, pronta a usarlo per scatenare una guerra tra gli Orchi e l’Impero!
Commento di Yue: Che posso dire di questo primo volume della serie regolare? I disegni di Matteoni sono sempre buoni, ma ovviamente meno curati rispetto a quelli del pilota. La trama (che vede riuniti quasi tutti i nostri eroi) ruota tutta intorno a questa misteriosa arma chiamata fango pirico (mi ricorda tantissimo l'altofuoco del Trono di Spade) che scatena in Ian vecchi e dolorosi ricordi (con tanto di lungo flashback). Il volume finisce nel bel mezzo dell'azione, e da quel che ho capito questa storia proseguirà per altri tre volumi.
Che dire? Non vedo grandi cambiamenti rispetto al pilota, quindi non mi ha entusiasmato. Sul serio: se gli sceneggiatori non osano un po' di più finiranno per fare la versione Disney di un Fantasy! Ma almeno per un altro volume voglio dargli fiducia, poi deciderò di conseguenza.

Comunque, prima di chiudere questo post una cosa la devo dire: questo prodotto non è totalmente privo di appeal verso un certo pubblico, anzi. Io sono stato parecchio critico, ma è anche vero che il tipo di fantasy che prediligo è quello più "misurato", dove i cattivi sono esseri umani e la malvagità non nasce da abissi infernali sotto forma di creature fatte di tenebre, ma dagli abissi della mente umana. Ursula K. Le Guin, il ciclo di Darkover... Cose così.
Chiaramente, un appassionato del fantasy più "classico" (o di giochi di ruolo, o di Warhammer) potrebbe trovare questa serie molto più interessante e stimolante. E devo dire che la casa editrice ha fatto un buon lavoro a riguardo: Ha aperto la pagina Facebook , e c'è pure il Blog di Ian! (con alcuni suoi disegni e racconti di viaggio). Si vede che è un prodotto al quale tengono molto, e gli auguro tutto il successo possibile.

E' tutto.





5 commenti:

  1. All'epoca in cui uscì il volume pilota lo comprai su segnalazione di un amico di internet super appassionato di Diabolik e feci anche un post sul blog (che all'epoca era su splinder). Non mi era dispiaciuto, anche se devo dire che la storia non è certo innovativa nel campo del fantasy. Il nuovo volume stavo giusto chiedendomi se ne valeva la spesa, anche se il difficile per me sarà riuscire a trovarlo :)))

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  2. Secondo me servira' tempo per farsi un'opinione reale della qualita' di questa nuova serie. Nella tradizione di casa Bonelli, molto raramente i primi numeri sono i migliori della serie (o raggiungono la sufficienza), perche' devo rispondere a troppe esigenze, tra cui quella - non indifferente - di introdurre il protagonista. Nel progetto, comunque, i punti di rottura si notano gia': si inizia la serie con un ciclo narrativo su quattro numeri. Inoltre, si punta sulla coralita' a favore della storia, affermando che in alcuni dei numeri futuri il protagonista non apparira', per dare spazio all'approfondimento dei co-protagonisti e narrare eventi che contribuiscono allo sviluppo della storia.
    Anche a me alcune caratterizzazioni dei personaggi lasciano un po' insoddisfatto, ma preferisco pensare che siano ancora a livello embrionale. Inoltre, il Fantasy uno dei generi in cui maggiormente si fa affidamento su personaggi tipici (quasi stereotipati): difficile uscire da tale gabbia gia' nel primo numero. Secondo me e' un fumetto che puo' riservare delle piacevoli sorprese.

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    1. Lo spero, e infatti ho deciso di leggere almeno il primo arco narrativo.

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  3. Secondo me Matteoni è davvero bravo, i suoi disegni mi piacciono molto.
    Ahimé sono l'unica cosa che mi piace.
    O.

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  4. Il problema è ce secondo me il fantasy non è un genere Italiano, non è nelle costre corde; un po come il poliziesco deduttivo, esso appartiene a una cultura diversa, con un preciso substrato che nella nostra non abbiamo. Guardiamo anche i libri di Licia Troisi; fantasy alla buona, scimmiottante innumerevoli modelli preesistenti, il cui confronto con questi ultimi è semplicemente impietoso.

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