Tanto per cominciare...

domenica 7 giugno 2015

I manga che non leggeremo mai in Italia 25 - Azumi di Yu Koyama



Azumi (あずみ) di Yu Koyama

Informazioni varie: Quest'opera è stata serializzata sulla rivista seinen Big Comic Superior (Shogakukan) a partire dal 1994. In tutto conta due serie: una prima composta da 48 volumi, ed una seconda composta da 18 . Da questo manga sono stati tratti due film live-action - Azumi e Azumi 2: Death or Love- , un videogioco per PS2 e un'opera teatrale.
Ha vinto numerosi premi in patria , fra i quali un Exellence Prize (1997) e uno Shogakukan Manga Award  (1998).

Autore: E' Yu Koyama, noto in Italia per il manga Ganbare Genki (Forza Sugar), edito da Goen.

Storia: La vicenda ha inizio nei primissimi anni del periodo Tokugawa. Un uomo di nome Gessai alleva da solo e in totale isolamento dieci bambini, rendendoli delle perfette macchine per uccidere. Fra questi bambini c'è anche Azumi, l'unica ragazza del gruppo, che sorprendentemente si rivela la più dotata nel Bujutsu. Nel giorno della loro "iniziazione" i dieci ragazzi saranno costretti a superare prove crudeli (come uccidersi fra di loro),  e la loro nuova vita nel mondo esterno sarà tutt'altro che facile . Ma questi ragazzini sono stati plasmati per una causa superiore, e ne sono ben consapevoli : preservare la pace  portata dal dominio dei Tokugawa, uccidendo (nell'ombra) tutte le persone che cercano di ribellarsi a questo stato di cose. 

Commento di Yue : Il mio commento non si riferisce all'intera opera, ma ai primi quattro volumi. Si può giudicare seriamente un' opera leggendone all'incirca il 6% ? No, ma nonostante questa percentuale esigua alcune cose mi hanno profondamente colpito, e lasciano intravedere un seinen solido e ben scritto. 

I primi capitoli in special modo sono una bomba: all'inizio vengono mostrati questi ragazzini che più che allenarsi sembrano giocare e scherzare fra di loro, ma nel giro di poche pagine si ritrovano a combattere l'uno contro l'altro in un duello all'ultimo sangue. Pagine estremamente drammatiche, che sono un vero e proprio pugno nello stomaco a confronto del preludio scanzonato, che ci aveva mostrato il lato più infantile dei protagonisti. 
Succede l'esatto opposto con il personaggio di Gessan, ovvero colui che ha creato questi piccoli mostri: nei primi, drammaticissimi capitoli appare come un personaggio disumano, e freddo . Ma poi, con il proseguire della storia, i suoi sentimenti affiorano in superficie : scopriamo che è molto affezionato ai bambini, e che non è stato cattivo padre . E gli stessi ragazzini, pur essendo cresciuti come futuri assassini in grado di eseguire gli ordini senza battere ciglio possiedono gli stessi sentimenti e la stessa curiosità dei loro coetanei. 
Altro elemento che mi ha colpito è l'unicità di Azumi in questo gruppo, non solo per la sua superiorità nelle tecniche di combattimento, ma proprio per il suo essere donna : allevata come un ragazzo, al pari di tutti gli altri, prende presto coscienza di essere leggermente diversa dai suoi amici. Ma i ragazzi e la stessa Azumi hanno vissuto in completo isolamento, e si rendono conto dell'esistenza del genere femminile solamente al primo contatto con il mondo esterno (che avviene proprio nel periodo dell'iniziazione). Da quel momento si scateneranno turbamenti (anche sessuali) e con il proseguire della storia Azumi assumerà quasi un ruolo materno per i suoi compagni. 

Questa serie è composta da molti volumi, ma già nei primi quattro si notano parecchie evoluzioni nei personaggi: a differenza di tanti protagonisti di serie lunghissime che restano sempre uguali (quasi fossero scolpiti nel marmo) in Azumi ad una crescita fisica corrisponde anche una mentale. A paragone, ad esempio, di un imperscrutabile Golgo 13 (o di alcuni personaggi del duo Koike/Kojima) , Azumi continuerà sì ad uccidere ed a restare fedele al suo credo, ma mai a cuor leggero (vedi l'episodio in cui incontra il ronin Ryutaro). 

Di seinen storici ne ho letti tanti, e sono anni che bazzico il genere chanbara. Ma questo Azumi ha veramente una marcia in più, e conferma la grande maestria di un autore come Yu Koyama, che meriterebbe molta più attenzione in Italia. Certo, la mole di volumi rende quest'opera praticamente impubblicabile, ma se mai uscisse in una lingua comprensibile non esiterei un momento a prenderla.

Sul fronte grafico non ho da fare che elogi: lo stile di Koyama è ricco e dettagliato, e le scene d'azione sono il suo punto di forza (alcune di esse sono veramente elaborate ed evocative). I fondali sono dettagliatissimi e le pagine doppie frequenti e bellissime.

Insomma, il mio è un vero e proprio invito alla lettura: non ve ne pentirete.  

Si trova in lingue comprensibili?: In inglese, grazie ai gruppi HappyScans! & Guren no Heya Kara

Ecco un esempio della bravura di Koyama nel gestire le scene di combattimento

3 commenti:

  1. Non so come sia il manga, ma il primo film live action è una cosa orribile.. ho subito dato via il dvd nonostante ci fosse un attore per cui stravedo; davvero è stato uno scempio per gli occhi! ...brrrr... (brivido di raccapriccio)

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    1. Ah ah ah, in che senso orribile? Adesso mi hai incuriosito XD

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    2. A parte la recitazione dei protagonisti che vabè..sorvoliamo.
      Il tutto era completamente stupido! Ogni azione fatta era insensata. Tante volte mi son chiesta "ma che stanno combinando?", "perchè lo stanno facendo?".. poi alla ventesima domanda di questo genere ho capito che non c'era nessuna logica!

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