E niente, eccoci arrivati al secondo appuntamento con i Best & Worst , sempre in combutta con Masha del blog iononsonoquellaragazza.
Cominciamo!
Tutti ne parlano, tutti la amano! Ah, che nostalgia per gli anni 80!
Mi metto un attimo nei panni di chi non ha ancora visto questa serie: l'entusiasmo generale che ha scatenato un po' ovunque mi avrebbe frenato parecchio dal recuperarla, perché io sono una persona molto scettica e certi elogi sperticati mi puzzano sempre un po'. Ma stavolta ho avuto una grande fortuna, ovvero, me la sono vista lo stesso giorno in cui è stata resa disponibile su Netflix, quando ancora non c'erano commenti sul web (o quasi).
Ebbene, al di là della nostalgia per gli 80, dei numerosissimi rimandi ad altri film di quel periodo e di strizzatine d'occhio palesi o meno a tutti i fan di Stephen King e dei Goonies questo Stranger Things è davvero una serie scritta bene, che in otto episodi non ha MAI un calo e che si permette di rivelare "il grande mistero" al terzo episodio senza per questo provocare il minimo calo d'interesse nello spettatore (conseguenza naturale del fatto che a quel punto i personaggi sono già tutti ottimamente caratterizzati) . Anche esteticamente è curatissima ed il cast è ottimo (preparatevi a tanti feels per Winona, che nei panni della madre disperata è veramente straordinaria). Insomma, non mi azzardo a gridare al capolavoro, ma è un prodotto ottimamente rifinito, e per questo consigliatissimo!
Penny Dreadful è sempre stata una serie decisamente character-based, con trame molto esili, cattivi poco convincenti e con una media di un episodio davvero bello a stagione. Ma nonostante questo, come serie guilty pleasure ha sempre funzionato benissimo, complice anche la bravura di Eva Green e la mia predilezione per la Londra vittoriana.
Ebbene, la terza stagione -che a sorpresa si è rivelata l'ultima- l'ho trovata noiosissima e malriuscita, fatta eccezione per un unico episodio (quello davvero bello della stagione), ovvero "A Blade of Grass": interamente ambientato nella cella imbottita di un ospedale psichiatrico, ha per protagonista Eva Green e Rory Kinnear ed è talmente bello e poetico e terribile che mi ha fatto piangere come un bambino.
Per il resto, le storie degli altri personaggi le ho trovate pallosissime : il ritorno alle origini di Ethan, la deriva femminista di Brona/Lily, le manfrine amorose del Dottor Frankenstein e la totale inutilità di Dorian Gray ... episodi ed episodi sprecati sul nulla. Il finale mi ha lasciato abbastanza indifferente, ma il chiudere la serie dopo la morte dell'unico personaggio interessante mi è sembrata una scelta più che giusta. Bye bye Penny Dreadful!
Un romanzo d'appendice "tardivo" (è stato scritto fra il 1909 e il 1910) di tale Luigi Natoli, scrittore siciliano di cui ignoravo completamente l'esistenza. E' questa la sorpresa del mese: un'opera di ben 1255 pagine che ho letto in soli sei giorni.
Ambientato a Palermo agli inizi del 1700, narra le vicissitudini di alcuni personaggi che ruotano intorno alla nobile famiglia degli Albamonte e ai famigerati Beati Paoli, setta segreta di vendicatori-giustizieri-sicari temuta soprattutto dai nobili.
Luigi Natoli, come Alexandre Dumas (a cui innegabilmente si ispira) , non ha una prosa particolarmente raffinata ma è un ottimo narratore: nonostante la mole, raramente ho trovato punti morti nella storia, e anzi, era sempre piuttosto difficile posare il libro.
Belli anche i personaggi, fra i quali il dartagnanesco Blasco da Castiglione e la tormentata Donna Gabriella, devastata da una passione -mai completamente ricambiata- per Blasco.
Non lo consiglio a cuor leggero per due semplici motivi: il prezzo (è diviso in due volumi e costa 25 euro), ed il genere un po' di nicchia. Ma ripeto, per me è stata davvero una graditissima sorpresa!
Ultimamente mi è presa un po' la fissa per gli scrittori classici francesi, fra i quali l'immancabile Alexandre Dumas, che tanto mi ha deliziato con opere come Il conte di Montecristo e Il cavaliere d' Harmental . Il suo Le confessioni di una favorita aveva tutte le carte in regola per piacermi, infatti ha per protagonista uno dei personaggi storici da me preferiti ovvero Emma Lyonna, passata alla storia come la bellissima avventuriera Lady Hamilton. Dumas , per la prima volta, da voce alla protagonista in questa specie di memoriale : delle vere e proprie confessioni -come suggerisce il titolo - scritte dalla stessa Emma, che all'inizio del romanzo viene mostrata ormai malata e a pochi giorni dalla morte.
Ahimè, nonostante le buone premesse si è rivelato una delusione!
I personaggi infatti (a partire dalla stessa protagonista) sono di un piatto allucinante, e dopo un centinaio di pagine (dove Emma non fa che ripetere a nastro "Che ci posso fare? Ai tempi ero bella e ambiziosa!" ) ho abbandonato il volume per passare ad altro. Mi è sembrato davvero un Dumas svogliato e privo di quella scintilla di vita che caratterizza le altre sue opere più famose. Forse in futuro lo riprenderò in mano, ma che delusione!
Alla prossima!
Ambientato a Palermo agli inizi del 1700, narra le vicissitudini di alcuni personaggi che ruotano intorno alla nobile famiglia degli Albamonte e ai famigerati Beati Paoli, setta segreta di vendicatori-giustizieri-sicari temuta soprattutto dai nobili.
Luigi Natoli, come Alexandre Dumas (a cui innegabilmente si ispira) , non ha una prosa particolarmente raffinata ma è un ottimo narratore: nonostante la mole, raramente ho trovato punti morti nella storia, e anzi, era sempre piuttosto difficile posare il libro.
Belli anche i personaggi, fra i quali il dartagnanesco Blasco da Castiglione e la tormentata Donna Gabriella, devastata da una passione -mai completamente ricambiata- per Blasco.
Non lo consiglio a cuor leggero per due semplici motivi: il prezzo (è diviso in due volumi e costa 25 euro), ed il genere un po' di nicchia. Ma ripeto, per me è stata davvero una graditissima sorpresa!
Ultimamente mi è presa un po' la fissa per gli scrittori classici francesi, fra i quali l'immancabile Alexandre Dumas, che tanto mi ha deliziato con opere come Il conte di Montecristo e Il cavaliere d' Harmental . Il suo Le confessioni di una favorita aveva tutte le carte in regola per piacermi, infatti ha per protagonista uno dei personaggi storici da me preferiti ovvero Emma Lyonna, passata alla storia come la bellissima avventuriera Lady Hamilton. Dumas , per la prima volta, da voce alla protagonista in questa specie di memoriale : delle vere e proprie confessioni -come suggerisce il titolo - scritte dalla stessa Emma, che all'inizio del romanzo viene mostrata ormai malata e a pochi giorni dalla morte.
Ahimè, nonostante le buone premesse si è rivelato una delusione!
I personaggi infatti (a partire dalla stessa protagonista) sono di un piatto allucinante, e dopo un centinaio di pagine (dove Emma non fa che ripetere a nastro "Che ci posso fare? Ai tempi ero bella e ambiziosa!" ) ho abbandonato il volume per passare ad altro. Mi è sembrato davvero un Dumas svogliato e privo di quella scintilla di vita che caratterizza le altre sue opere più famose. Forse in futuro lo riprenderò in mano, ma che delusione!
Alla prossima!
La mia visione di stranger things l'hai letta e sai che lo considero un piccolo gioiello.
RispondiEliminaPer penny dreadful la vedo come te, di questa noiosa ultima stagione si salvano pochi episodi che mai hanno eguagliato 1x05 (la storia dagli inizi, il rapporto tra Miba e Vanessa) che per me fu da pelle d'oca.
Mi spiace per Dumas, quando le aspettative sono alte e si palesa la ciofeca è bruttissimo e deludente :|
Hai ragione, quell'episodio è bellissimo, anche registicamente! E mi dispiace un po' che il rapporto fra Mina e Vanessa sia rimasto un po' "incompiuto"...secondo me Mina poteva benissimo funzionare come nemesi di Vanessa per più di una stagione (e avrebbe dato anche più spessore al personaggio di Sir Malcolm).
EliminaIn effetti è stata una cocente delusione ;_;
No, dai.. quando ho letto la parte introduttiva mi stava venendo da piangere pensando alle mie nottate in bianco del giovedì a causa del maledettissimo karaoke che fanno quasi in camera mia.. -_-
RispondiEliminaSu su, fatti coraggio!
EliminaDevo ancora recuperare la 3° stagione di Penny Dreadful (aspetto sempre che termini e poi me la guardo tutta d'un fiato), ma a quanto pare non mi sono persa grandi cose. Un po' mi dispiace, perchè speravo in una conclusione memorabile... U.U
RispondiEliminaDiciamo che solamente un personaggio (a mio parere il più bello) ha una conclusione più o meno memorabile, che però rende tutti gli altri personaggi "di contorno". Ma a dirla tutta non è tanto il finale ad essere deludente, quanto tutta la terza stagione: i personaggi divisi secondo me non funzionano!
EliminaAnche io ho Netflix! Stranger Things mi ispira parecchio, ma ancora non l'ho vista perché molte serie tv le guardo insieme al mio ragazzo e far coincidere il tempo libero è un'impresa!
RispondiEliminaPenny Dreadful invece l'ho mollata dopo poche puntate perché la trovavo troppo lenta. E a quanto pare ho fatto bene a non vederla! Comunque peccato, perché di solito le serie ambientate a Londra e che hanno riferimenti alla letteratura mi piacciono!
Dai! Guardate Stranger Things e poi fatemi sapere come vi è sembrato!
EliminaDi Stranger Things ho visto il primo episodio e mi è sembrato un telefilm confezionato molto bene. Magari lo continuerò :) Penny me lo consigliano in tanti ma essendo una fifona ho sempre rimandato a causa delle sue sfumature horror...
RispondiEliminaI Beati Paoli direi che dovrei proprio leggerlo prima o poi...
Penny Dreadful è meno pauroso di quello che sembra...Anzi, con il passare delle stagioni l'elemento horror scema un po'.
EliminaDopo aver letto i Beati Paoli mi è venuta una voglia matta di visitare (a modo) la Sicilia! <3
Hai ragione Yue: Penny Dreadful è un guilty pleasure (cui nemmeno io rinuncio). Lo sto guardando col contagocce e devo ancora finire la seconda stagione, ma devo dire che lo trovo non così pessimo come lo stai(state) descrivendo :)
RispondiEliminaPerò un calo l'ho notato anch'io... magari alla fine darò ragione ai detrattori, ma di sicuro mi guarderò tutte le puntate rimanenti ;)
Stranger Things: non mi ispira per nulla, proprio per il fatto che viene sempre tirata in ballo una "nostalgia per gli Ottanta" che io non provo per nulla, anzi, ogni mattina che mi sveglio ringrazio che NON siamo più negli Anni 80! :D Quindi no, per ora non è proprio nei miei programmi, ma visto che anch'io ho Netflix... boh, chissà che prima o poi...
Pensa che dei Beati Paoli ho letto una recensione proprio stamane e mi ha così colpito che avrei quasi deciso di prenderlo... anche se il prezzo mi disincentiva parecchio...
Un salutone e buonissimo Agosto!
p.s. con la citazione iniziale hai guadagnato altri 300mila punti :DDD
Ma guarda, io le prime due stagioni di Penny Dreadful le ho amate! Solo la terza l'ho trovata noiosissima, soprattutto per il fatto che i personaggi sono divisi per gran parte degli episodi, e -ad eccezione di Vanessa- funzionavano meglio come gruppo. Insomma, ci sono rimasto un po' male.
EliminaSu Stranger Things: nemmeno io ho il culto per gli anni 80 (ed i film/serie tv/libri ecc. di quel periodo) , e tutto questo puntare sull'effetto nostalgia lo trovo abbastanza irritante. Ma a parte questo è una serie davvero carina e scritta bene, quindi da vedere.
Un buonissimo agosto anche a te (e famiglia)!
P.S: Hai sbagliato a scrivere...volevi dire che ho PERSO 300mila punti, vero? XD
Mi è piaciuto molto Stranger Things: attori che recitano bene (la Ryder secondo me merita un premio, saro' esagerata ma la penso cosi), costumi e scenografie curati in maniera quasi maniacale (se ci pensi non è facilissimo rendere in maniera realistica gli anni 80 nel 2016...e loro a mio avviso ci sono riusciti).
RispondiEliminaQualche leggerezza c'è per carità, e secondo me poteva benissimo terminare (se non avessero aggiunto quelle due scene finali ehheeh). Vabbè vedremo che hanno in serbo per la prossima stagione.