Tanto per cominciare...

giovedì 9 novembre 2017

Children of the Whales di Abi Umeda



Titolo: Children of the Whales (in originale  Kujira no Kora wa Sajou ni Utau - クジラの子らは砂上に歌う, che può essere tradotto come "I figli delle balene cantano sulla sabbia" ).

Autrice: E' Abi Umeda, che ha debuttato nel 2007 con lo shounen sportivo sulla pallavolo Full Set. In seguito, sempre per la casa editrice Akita Shoten, ha spaziato fra i generi shoujo e shounen fino ad approdare nel 2013 sulla rivista Mystery Bonita, dove ha iniziato la sua opera più famosa (che è appunto Children of the Whales). 

Informazioni varie: Children of the Whales conta al momento dieci volumi, ed è tutt'ora in corso di pubblicazione. Dopo la produzione di un'opera teatrale con attori in carne e ossa, all'inizio del 2017 è stato annunciato l'anime, trasmesso in questi giorni in Giappone e in arrivo a breve (mi dicono) sulla piattaforma streaming Netflix. Il manga in italiano è edito da Starcomics



Trama fornita dalla casa editrice (attenzione spoiler!) : "93° Anno dall' Esilio della Sabbia. La Balena di Fango è una nave alla deriva in un mondo dove la sabbia ha ricoperto ogni cosa. Ospita circa cinquecento abitanti, dei quali nessuno ha mai conosciuto il mondo esterno. Gli individui in grado di usare la Thymia, il potere psichico generato dai sentimenti, vengono chiamati "marchiati", quelli che invece non ne sono capaci "non marchiati", e i primi passano tutti a miglior vita poco prima di compiere i trent'anni. Un giorno Chakuro, il giovane archivista della comunità, incontra Lykos, una ragazza che vive su un altro relitto in balia del Mare di Sabbia. Si tratta della prima abitante del mondo esterno che incontra, ma è anche un' Apatheia, un guerriero senza emozioni , ed è fredda come una bambola. 
Riappropriandosi a poco a poco dei propri sentimenti grazie all'interazione con Chakuro e gli altri, Lykos incontra il consiglio degli anziani, coloro che detengono il vero potere sulla Balena di Fango , e li esorta a scappare proprio nel momento in cui la nave viene attaccata da inquietanti soldati con i volti coperti da inquietanti maschere...

NOTA: Ho riportato il riassunto presente nel secondo volume, togliendo e modificando le parti più spoilerose. 


Commento di Yue: Una delle cose che più amo dell'essere lettore è il ricredersi su qualcosa,  che magari all'inizio - e superficialmente- hai liquidato come poco interessante . 
E' il caso di quest'opera: al momento del suo annuncio, infatti, non mi ha entusiasmato, ed anche su questo blog ricordo di averne parlato molto freddamente.
Ebbene, dopo aver letto i primi due volumi -e finalmente con cognizione di causa- posso affermare che Children of the Whales è una delle serie più interessanti fra quelle pubblicate da star in questo periodo. 

Il genere è fantasy, e l'incipit è uno dei più utilizzati: abbiamo infatti una comunità chiusa ed efficente (gli abitanti della Balena), che improvvisamente viene turbata da un estraneo ( Lykos), esponente del mondo "di fuori". Alcune persone sono affascinate da questa misteriosa ragazza - vedi il protagonista, che è il primo ad incontrarla-, altre invece sono ossessionate dal mondo sconosciuto che rappresenta (come il ribelle Ouni). Fatto sta che il suo arrivo sulla Balena darà inizio ad una serie di avvenimenti che cambieranno per sempre la vita di molti dei suoi abitanti. 

Abi Umeda crea un universo molto particolare e intrigante: una nave in balia di un mare di sabbia apparentemente sconfinato , dove gli abitanti vivono secondo regole e gerarchie ben definite. La magia (thymia) nasce dai sentimenti , e dimostrarli troppo apertamente (come ad esempio piangendo ad un funerale) è considerato tabù. Da dove arriva questo antico retaggio? Qual'è la vera origine di questo popolo alla deriva nel mare di sabbia? I misteri sono tantissimi, e l'autrice, si prende più della metà del primo volume per intessere lo scenario e presentare i personaggi. Sì, perché i personaggi sono tanti, e quasi tutti hanno il loro "momento di gloria", che riesce a definirli e a caratterizzarli con l'utilizzo di poche pagine o addirittura vignette. L'ambientazione ha chiari echi Miyazakiani (è impossibile non pensare immediatamente a Nausicaa),  ma devo dire che graficamente, e soprattutto per quanto riguarda il chara di alcuni personaggi, mi ha ricordato tantissimo The Five Star Stories: i soldati vestiti da Pierrot, la foggia di alcuni abiti, l'aspetto androgino di praticamente tutti i personaggi e soprattutto la piccola e misteriosa Neri mi hanno fatto pensare più di una volta allo stile di Mamoru Nagano.


Come dicevo, alla fine del primo volume succede il finimondo, con momenti anche drammatici e colpi di scena. Nel secondo il ritmo torna a "rilassarsi" un attimino, ma è solo un preludio ad eventi ancora più sconvolgenti. Ho già spoilerato abbastanza sulla trama, quindi mi limiterò a dire l'essenziale : i primi due volumi sono incredibilmente appassionanti, e mai come in questo caso la frase "li ho divorati", per quanto naif, calza a pennello.
Al momento del suo annuncio, a frenarmi era stato lo stile dell'autrice (che da quel poco che avevo trovato su internet non mi aveva entusiasmato), ma a parte l'irritazione del non riuscire a capire immediatamente il sesso dei personaggi , devo dire che la Umeda e molto brava nel costruire tavole evocative ed emozionanti, ed è altrettanto brava nel ritrarre scene drammatiche e violente. Molto peculiare anche la scelta di fare le copertine tutte uguali come composizione (cambiando solamente i personaggi).

In definitiva, Children of the Whales è un'opera che mi ha piacevolmente stupito e che consiglio caldamente: non ho grandi difetti da riportare, a parte forse il protagonista piagnucolone e troppo buono che però, già dal secondo volume lascia intendere futuri cambiamenti. Gli elementi shoujo (da me sempre graditi, ma che potrebbero spaventare qualcuno) sono talmente ben inseriti e amalgamati nella trama che davvero, sembra di trovarsi davanti ad un seinen.

Insomma, provatelo! Non ve ne pentirete.






venerdì 3 novembre 2017

A Day in Lucca - Reportage pieno di disagio del Lucca Comics & Games 2017

Ottobre è volato e, no, tutto sommato non è stato un grande mese. E anzi, a dirla tutta è dalla fine dell'estate che sono in un periodo - perdonate la finesse - un po' di merda. 
Ma immagino che ai pochi lettori rimasti questa cosa interessi poco, tanto più che sembra proprio la solita scusa triste per gli scarsissimi aggiornamenti. Beh, comunque eccomi qui, con l'attesissimo (da chi?) reportage della mia toccata e fuga al 




Quest'anno Lucca è stato l'ultimo dei miei pensieri, quindi mi sono ritrovato il giorno prima senza:

A- Biglietto
B- Aver dato un' occhiata alla mappa.

La conseguenza del punto A è stata "Hey, sarà meglio partire presto, così vado alla biglietteria creepy nella fabbrica abbandonata , dove ci sono meno persone!". Così faccio, ma la biglietteria *conseguenza del punto B* non c'è. In realtà ho scoperto dopo che è stata spostata in una via vicina, ma in quel momento, preso dal panico, mi sono precipitato a quella della Stazione Ferroviaria, e c'era già IL MONDO. Dopo un'oretta e qualcosa, riesco comunque a fare il biglietto, e tutto sommato devo dire che mi è andata decisamente bene (ho letto di persone che han perso la mattinata per il fottuto biglietto). Non è stata una grande ideona ridurre le biglietterie, cari organizzatori!

Preso dal panico (erano le 9 e qualcosa), mi precipito allo stand J-pop, per prendere il tagliando per la sessione di autografi di Taiyo Matsumoto : mi aspettavo li avessero già finiti (vedi delirio con Kaoru Mori) e invece il caro Taiyo non se lo fila nessuno (almeno per il momento). Prendo il tagliandino, ma a dirla tutta l'organizzazione non mi sembra molto migliore rispetto all'anno precedente (anche stavolta devo tornare per farmelo numerare...ma farlo subito, no?) . Primi acquisti della giornata:



Entrambe le edizioni sono davvero belle e ben fatte, ma soprattutto PESE, quindi le spalle cominciano già a dolere. Passo davanti allo stand della Starcomics, ma la calca impressionante di persone - in attesa della pesca allo shikishi- mi fa scappare a gambe levate.  Passo davanti allo stand Renbooks, ma è vuoto. Scatta il panico, ma poi mi rendo conto che è il primo giorno, e che di solito arrivano nel pomeriggio (così infatti è stato, anche se non c'erano le novità che volevo).  Allo stand Flashbook prendo uno dei volumi da me più bramati, ovvero



Adoro Mari Yamazaki, e sinceramente mi aspettavo TUTTO tranne la pubblicazione di questa sua opera (soprattutto da parte della Flashbook! Complimenti davvero per il coraggio). Secondo me avrà vendite molto esigue, ma se amate i manga storici ben fatti (e disegnati superbamente), allora sostenete questo titolo!

Capatina anche allo stand della Shockdom, dove prendo un volume top secret, visto che è un regalo (se siete proprio curiosi...dai, io di questa casa editrice prendo solamente le opere di una dotatissima e giovane autrice italiana, quindi è molto facile da indovinare). Allo stand Goen i soliti standisti con gli occhioni da cerbiatto che non sanno niente di niente della situazione goeniana. Dopo un minuto di imbarazzato silenzio , la mia reazione (e la loro)  è stata questa:



Decido di tornare alla macchina perché lo zaino pesa tantissimo!Poso i volumi e mangio, e torno in fiera (nota: la macchina è a 15 minuti a piedi dal centro).
Passando davanti al padiglione del Games mi viene la folle idea di fare un giretto veloce: il solito inferno puzzolente di sudore! E scopro che lo stand della Multiplayer Edizioni (della quale bramo una certa guida) è in centro, da tutt'altra parte!

Torno nello stand degli editori in piazza Napoleone, e allo stand Bao Publishing (quest'anno bruttarello, lasciatemelo dire) compro uno dei volumi italiani da me più attesi:


Finalmente, dopo anni , sono riuscito ad incontrare Flavia! Come ben sapete, la amo alla follia, ed ho tutti i suoi volumi autografati.  Ma stranamente,  per un motivo o per un altro, non ero mai riuscito a vederla di persona nelle scorse edizioni. Lei è super adorabile, ma non avevo dubbi a riguardo. Ed anche questo suo nuovo libro sembra bellissimo.

Passo da J-pop e mi faccio numerare il tagliando per Matsumoto (sono il numero 4! Evviva!).

Siamo a metà giornata, e mi avvio allo stand della Hazard Edizioni. Qui, a distanza di quasi dieci anni dal nostro precedente incontro, saluto emozionato Emilia Cinzia Perri (scrittrice e sceneggiatrice) e la mitica Deda Daniels (autrice di The Pirate Balthasar, The Mark of Cain e The Flower and the Nose : le storiche fondatrici del sito Osamushi hanno in uscita il primo volume di una bella storia "spiritualmente" ispirata e dedicata ad Osamu Tezuka: La musa dimenticata.


Dopo una chiacchierata e una stupenda dedica (un bel Theo scollacciato), vado alla conferenza di presentazione del volume (insieme ad alcuni amici incontrati all'entrata) , dove le autrici svelano un paio di interessanti retroscena sulla genesi della storia e l'uso dei colori come accompagnamento alle emozioni dei protagonisti. Conto di parlarvi approfonditamente del volume nei prossimi giorni, ma voi segnatevelo perché è davvero un'opera bella e da sostenere. Fra l'altro, è un edizione davvero  pregiata , e costa pure poco! 

E' arrivato il momento di mettersi in fila per la sessione di Taiyo Matsumoto . Arriva con un bel po' di ritardo, ma per fortuna sono fra i primi  e lui e velocissimo a dedicare i volumi! Sono troppo emozionato per fare domande (e non c'è proprio tempo), ma lui è educatissimo ed elegante, proprio come mi aspettavo. Ecco la dedica:


A differenza della Mori, lui non era nascosto nel "baldacchino", quindi , nonostante il divieto di foto , sono quasi certo che ne finiranno parecchie on-line. Insomma, io lo considero uno dei più grandi artisti viventi, quindi sono davvero grato di averlo potuto incontrare di persona. Ah, dimenticavo: la sua mostra a palazzo Ducale è BELLISSIMA! Voi non potete capire la bellezza delle sue tavole e soprattutto delle illustrazioni viste dal vivo
Sono in anticipo rispetto al programma, quindi decido di andare nel padiglione della Multiplayer Edizioni per prendere la guida di un gioco che sto adorando e che si sta rivelando perfetto per attenuare lo stress di quest'ultimo periodo. 


Sì, ho la Switch e sì, sono un Nintendaro, ma non di quelli insopportabili, GIURO!
Si avvicinano le 16:00, quindi mi avvio verso la conferenza J-pop, dove mi ritrovo con gli amici incontrati prima (più tre graditissime new entry ❤). 
La conferenza si rivela bella "frizzantina" (c'è pure il video, mi dicono), ma quando annunciano questi tre titoli ho davvero cominciato ad esultare come un invasato (mettendo sicuramente in imbarazzo le persone che erano sedute con me). Mi riferisco a questo quartetto:


Ovvero:
- Kakukaku Shikajika  : Il manga praticamente autobiografico di Akiko Higashimura (autrice di Kuragehime) , dove racconta il suo sogno di diventare mangaka, e le tribolazioni che ha passato per farlo diventare realtà (QUI una bella recensione di Caroline).

-I sette figli del drago (Ryuu no Kawaii Nanatsu no Ko ) di Ryoko Kui: volume unico con sette storie brevi dell'autrice di Dungeon Food (che adoro! lo sapete no?).

-La Pomme Prisonniere  di Kenji Tsuruta: l'unico dei tre che mi lascia leggermente tiepido, ma di Tsuruta ho sempre preso tutto, quindi...

- Shimanami Tasogare di Yuuki Kamatani (autrice di Nabari) : la BOMBA di quest'anno! Un seinen dalla spiccata sensibilità LGTB  che parla di un giovane studente che viene lentamente a patti con la sua omosessualità incontrando un gruppo di persone straordinarie (che hanno vissuto o stanno vivendo esperienze simili)  , capeggiato da una misteriosa e affascinante donna "senza nome" . Disegni splendidi, ed un tocco di realismo magico che sicuramente piacerà ai fan de Il mondo di Ran!

Dopo la conferenza, ci siamo messi a chiacchierare come vecchie comari per una buona mezz'ora. Alcuni miei amici dovevano tornare nel loro appartamento, quindi, di nuovo in solitaria, mi sono girato lo stand della Nintendo (piuttosto noioso) e la chiesa che ospita la Self Area. Ok, sarà anche una chiesa ma, davvero, è più un luogo di perdizione: quanti splendidi volumi! E tutti più interessanti della maggior parte di quelli editi dalle "grandi" case editrici! Purtroppo, in seguito ad una chiamata sul cellulare, l'ho dovuta fare praticamente di corsa, e alla fine non ho preso niente (ma spero di tornare Domenica perché il volume Melagrana me lo sto sognando anche di notte, e deve essere mio).
Ah, dimenticavo: c'è stata anche una chiamata al cellulare epica, che ha segnato il picco fangirl/boyeggiante della giornata. Ma il contenuto e Top-Secret.

Ad un'ora dalla chiusura, ultimo giro in piazza Napoleone (padiglione delle case editrici) : finalmente riesco ad avvicinarmi allo stand della Starcomics, e questi sono i miei acquisti:



Di Children of the Whales mi aveva incuriosito l'anteprima, e devo dire che il formato più grande del solito mi ha molto sorpreso! Vi farò sapere se è una serie che merita o meno, anche se l'interesse che ha creato in giro mi fa ben sperare. Poi ho preso il settimo volume di Our Little Sister e... insomma... mi sono ritrovato con questo:


Lo posso dire? Ok, lo dico. Io 'sto cavolo di shikishi me lo merito. Perché Banana Fish è stato il mio primo grande amore fumettistico, e quindici anni fa la Yoshida non se la filava proprio nessuno. Ricordo ancora la gioia di trovare altre persone appassionate di questa autrice, e l'emozione e il divertimento provato quando abbiamo fondato sullo smo-forum il gruppo dei Bananisti Anonimi. Ed ancora oggi, che di manga ne leggo sempre di meno, Akimi Yoshida è ancora presente nella mia vita, con quella piccola perla che è Our Little Sister . Insomma, scusate questo momento amarcord ma sono proprio felice!
Unico problema: mi han fatto la foto con lo shikishi per farla vedere ai  giapponesi: se per caso la Yoshida la vede e per il trauma smette di disegnare, non ve la prendete con me, eh!

Alle ore 19:00 ho salutato - malincuore-  gli amici, e me ne sono tornato a casa. Spero di tornare per un'ultimo giretto Domenica, ma anche se non ci riesco, è stata comunque un'edizione molto appagante.

A presto!