Svizzera. 1951.
Immaginatevi una stradina di campagna, con una lunga fila di auto in attesa. Una donna vestita di viola si avvia a piedi verso il punto in cui il traffico si è bloccato. Cosa è successo?
E' incredibile: un grosso elefante è caduto da un carro , e giace in mezzo alla strada, agonizzante. Questo è un bel problema, perché la donna deve raggiungere al più presto l'ospedale lì vicino, dove il marito è stato ricoverato in seguito ad un brutto incidente. Decide così di tagliare per il bosco, e presto giunge a destinazione.
Nell'ospedale però, avviene un incontro bizzarro: un misterioso individuo dal naso lungo e dal volto coperto -che sembra comparire dal nulla- le affida un importante missione: deve recuperare dei documenti scottanti rubati da uno dei medici dell'ospedale. La donna rifiuta, ma l'uomo misterioso le dice che da quei documenti dipende la sicurezza nazionale, e che lei deve assolutamente consegnarli a suo marito, che lavora per le nazioni unite. La donna -che si chiama Carice- si trova così suo malgrado coinvolta, e comincia a vagare per l'ospedale alla ricerca del fantomatico dottore. Ma cos'è quella strana sensazione, che la fa sentire come se stesse sognando? E' possibile che la figura con le scarpe rosse intravista in un corridoio sia Audrey, la ragazza alla quale Carice insegna pianoforte? La ragazza che le ha regalato un ciondolo a forma di elefante e l'ha baciata? E perché nell'obitorio il cadavere di una vecchia si mette a parlare con lei, come se fosse una vecchia amica?
Non posso aggiungere altro, o rischio di rovinarvi il piacere della lettura.
Lo svizzero Frederik Peeters è conosciuto in Italia per lavori come Koma , Pillole Blu e Lupus. Opere intimiste, e in parte autobiografiche. Pachiderma invece, si discosta completamente da questi titoli , ed è forse per questo motivo che molti dei suoi fan di vecchia data l'hanno liquidato come un puro esercizio di stile, non tanto riuscito.
Io non sono assolutamente d'accordo. E' sicuramente un opera dal taglio fortemente cinematografico, che manca della spontaneità e semplicità degli altri suoi lavori . Ma per me -che sono un cinefilo- è un volume bellissimo, per tanti motivi.
Tanto per cominciare, l'eleganza formale ma allo stesso tempo "inquieta" delle tavole mi ha ricordato tantissimo alcuni film di Lubitsh . E la vena squisitamente grottesca che pervade la storia fa tanto Luois Buñuel . E poi, nella mia carriera di lettore, ho sempre apprezzato le trame che si svelano lentamente, in modo non lineare, incastrandosi perfettamente sul finale.
E' una storia sicuramente onirica e surreale, ricchissima di simboli e figure che si ripresentano puntualmente qua e là, ma vi assicuro che non è ostica. Ed è degnissima di essere letta.
Bando alle ciance! Leggetelo! Sul sito della Bao Publishing potete leggere anche una breve anteprima.
o smetti di farmi conoscere roba tanto interessante o mi aiuti a trovare un lavoro.
RispondiEliminaNon mi convincerai.. ahahahah!
RispondiEliminaNon è lo stile di disegno che potrebbe attirare la mia attenzione (sì, lo so, ho una mentalità ristretta) però la storia è intrigante.. :p