Oggi vi voglio parlare di un seinen molto interessante, uscito recentemente per Panini.
Titolo: Yamikin Ushijima-kun (闇金ウシジマくん) . In Italia hanno optato per un più semplice L'usuraio, mentre in Francia -dove è pubblicato da Kana- è conosciuto come Ushijima, l'usurier de l'ombre. Il titolo per così dire internazionale è Ushijima the Loan Shark.
Informazioni varie: E' un seinen, che ha iniziato la sua serializzazione nel 2004, sulla prestigiosa rivista di casa Shogakukan Big Comic Spirit. E' tutt'ora in corso, ed al momento conta 31 volumi.
Ha vinto come miglior manga nella sezione "generale" il cinquantaseiesimo Shogakukan Manga Awards, tenutosi nel 2010. Inoltre, da questa serie sono stati tratti un drama in 9 episodi e due film live-action.
Trama: Ushijima-kun è il giovane presidente della Buy Buy Finance, un agenzia finanziaria che fornisce prestiti all'esorbitante interesse del 50% nei primi dieci giorni. I clienti tipo di questa agenzia sono quasi sempre persone già fortemente indebitate, che spesso si ritrovano ai margini della società e non hanno altri a cui rivolgersi.
Ushijima è ben lieto di prestare i suoi soldi, ma guai a chi non salda il debito!
Commento di Yue: In tanti mi immaginano come un segugio infallibile, che con una sola occhiata riesce a capire se un manga è bello o meno. Beh, vi assicuro che non è così e questo manga ne è la prova lampante.
Le mie prime impressioni sono state infatti le seguenti: Un manga su di un usuraio? Ma è terribile! E i disegni? Non mi fanno impazzire. Trentuno volumi ed è ancora in corso? Aiuto!
Fatto sta che, dopo un paio di commenti positivi letti sui forum (da persone fidate che l'hanno letto in francese) ho deciso di prendere il primo volume. Ma l'ho messo subito da parte senza leggero, e nel frattempo è uscito il secondo, e poi il terzo.
In questo periodo ho poca voglia di manga, ma ieri mi è capitato il primo volume fra le mani, e ho detto: Sai cosa? Me lo leggo.
Sapete come è andata a finire? Dopo averlo finito sono corso in fumetteria a prendere gli altri due volumi, e me li sono divorati. Insomma, tutta questa lunga e sconclusionata introduzione ha un solo scopo, ovvero quello di ribadire per l'ennesima volta che è vero: l'apparenza inganna . Perché a dispetto delle impressioni iniziali questo manga mi è piaciuto moltissimo!
Tanto per cominciare, due parole sulla trama: qui sopra sono rimasto piuttosto sul vago, ma c'è un motivo. Il manga infatti, ha struttura episodica, o meglio, è composto da tante storie -con protagonisti i vari debitori della Buy Buy Finance- che, in modo variabile, si sviluppano per più episodi (in seguito, anche per più volumi).
Il filo conduttore è rappresentato da Ushijima (e dai suoi collaboratori) ma i veri protagonisti sono le persone disperate che si rivolgono all'usuraio: c'è una office lady che vive sopra le sue possibilità per non venire emarginata dalle colleghe, un giovane e indolente precario che non riesce a trovare uno scopo nella vita, casalinghe con il vizio del pachinko, teppistelli che si ritrovano indebitati con tizi loschi della Yakuza, ed anche furboni che cercano a loro volta di fregare gli strozzini ...Insomma, c'è tutto un sottobosco umano che raramente viene rappresentato nei manga.
Lo devo dire: il materiale per l'etichetta MANGA PESO ci sarebbe tutto, però non l'ho trovato una lettura particolarmente deprimente, anzi. L'autore ha uno stile molto secco e realistico, e non indulge mai in quel buonismo soffuso che spesso permea anche i manga all'apparenza più crudi: gli usurai sono spietati e senza cuore, ma anche i debitori non sono degli stinchi di santo, anzi. Durante la lettura è quasi sempre impossibile simpatizzare per qualcuno, ma nonostante ciò, almeno nel mio caso, queste storie mi hanno coinvolto tantissimo. E in certi casi anche sorpreso: l'inaspettata poesia e quotidianità del capitolo dedicato al gruppo di ragazzi gay , oppure il finale con un granellino di speranza del "caso umano" che sembrava più disperato.
La figura più enigmatica rimane quella di Ushijima: in privato ama circondarsi dei suoi coniglietti (vivi, che cura con l'amore di una mammina premurosa) , sul lavoro è l'usuraio perfetto: freddo e senza un briciolo di umana pietà, il suo fine ultimo è quello di riscuotere i debiti. Ma sarà veramente così spietato come sembra? Sì, anche se il suo codice etico (ebbene sì, anche lui ne possiede uno) lo rende quasi più umano di gran parte delle persone con cui ha a che fare quotidianamente: persone deboli ed egoiste, schiave del gioco e del vizio, che non esitano a trascinare i loro familiari nel fango.
Basta, non aggiungo altro. Tranne due parole sullo stile di Manabe: nel primo volume (come ho già detto sopra) mi ha lasciato piuttosto freddino. Ma migliora! Eccome se migliora! Già dal terzo volume si fa più definito e piacevole, pur rimanendo "poco giapponese". Per certi versi mi ricorda un po' quello di Kengo Hanazawa.
Provatelo!