lunedì 4 settembre 2023

Commento capricciosamente e svogliatamente le mie letture.

Questi ultimi mesi si sono rivelati un periodo un po' ingrato, quindi ho deciso di tornare ad usare questo vecchio blog come una sorta di "diario", giusto per non perdere il piacere della scrittura (e con la certezza che non verrà letto da nessuno o quasi).

Commentare svogliatamente cose viste o lette, senza preoccuparsi di fare foto carine o scrivere cose pregnanti è rilassante e oserei dire quasi terapeutico. Quindi eccoci qua, all'ennesimo "cambio di pelle" di questo blog. 


Sabato ho letto "La grande traversata". Mi riferisco all'adattamento a fumetti di Haruko Kumota [1], del romanzo omonimo di Miura Shion (edito in Italia da Einaudi). Non ho letto il romanzo originale, ne ho visto l'anime, o il film live action. Quindi, questa storia di un gruppo di persone che lavorano alla creazione di un nuovo vocabolario della lingua giapponese si è presentata ai miei occhi come completamente nuova. Haruko Kumota aveva già illustrato il romanzo originale e curato il character design della serie animata (che mi dicono molto bella), quindi non era proprio estranea a questa storia, ma personalmente, quando leggo la parola "adattamento a fumetti" non posso fare a meno di avere qualche pregiudizio, e se possibile tendo sempre a spostarmi sul materiale originale. Il problema però è che adoro Haruko Kumota, quindi ho deciso di fare uno strappo alla regola. E sono contento così perché alla fine mi è piaciuto molto! 

Non tutti i personaggi sono caratterizzati perfettamente, ed il passaggio del tempo poteva essere rappresentato in maniera forse più efficace , ma la creazione di questo vocabolario, e tutte le splendide persone coinvolte nella sua lunga produzione, mi ha appassionato tantissimo. Il fatto che spesso la storia è narrata dal punto di vista delle persone meno brillanti ed entusiaste del gruppo  e davvero azzeccata, perché il loro coinvolgimento nel progetto cresce di pari passo con l'attenzione e l'interesse del lettore. La storia si sviluppa attraverso un lungo lasso di tempo, e la dipartita di un personaggio appena prima della pubblicazione mi ha molto commosso : anche se il corpo non c'è più, è quello che ha costruito lo spirito che conta, e che resta. 

Probabilmente il tono della storia è più leggero e meno riflessivo rispetto a quello del romanzo, ma lo spirito della storia non è stato tradito, ne sono convinto. 

L'edizione italiana by Dynit è molto carina e curata, e i due volumi che compongono l'opera sono usciti contemporaneamente in cofanetto. Peccato per il costo un po' proibitivo, come sempre accade per questa casa editrice. 


Sul fronte libri, sto leggendo "Lampi" di Hayashi Fumiko. Ho sempre voluto leggere qualcosa di questa scrittrice così coraggiosa e moderna, che già nel 1936 descriveva con onesta brutalità la condizione femminile delle ragazze di basso ceto, la cui unica opzione onorevole era il matrimonio. Lampi è un romanzo crudele e ambiguo, con tre sorelle diversissime che quasi si odiano, ma il cui destino è legato in modo indissolubile. Sono quasi alla fine, e sono molto curioso di vedere se Kiyoko (una delle tre sorelle) riuscirà davvero ad affrancarsi dalla sua famiglia grazie allo studio ed al rifiuto di un matrimonio d'interesse con un uomo orribile. 


Ah, ho visto Oppenheimer. Credo di aver visto quasi tutti i film di Nolan al cinema, e rimango sempre sconvolto dalla sua capacità nel farti digerire ore ed ore  di storie che in mano ad altri sarebbero indigeribili. Il problema è che non riesco mai ad empatizzare con i suoi personaggi :a fine visione resto sempre come "anestetizzato", pur apprezzando enormemente la messa in scena (anche se ce ne sono un paio in Oppenheimer che ho trovato incredibilmente cheap!). 

Bene, ho scritto tutto. Alla prossima! 



NOTE:

[1] Haruko Kumota è conosciuta in Italia per l'adorabile ma piuttosto innocuo BL "Itoshi no Nekokke". La sua opera più famosa è "Showa Genroku Rakugo Shinjuu"  di cui ho parlato Qui

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