giovedì 31 marzo 2016

I preferiti di Yue 21 : Marzo 2016

Ed eccoci arrivati -PUNTUALISSIMI!- al terzo appuntamento del 2016 con i best of del mese. 

Come sempre, questa rubrica è condivisa con l'amica di malefatte MariaSte, sul suo blog iononsonoquellaragazza . 

La serie tv: Non pervenuta. Sia per la mancanza di "materia prima" e sia per la mancanza di tempo. Però ho messo un paio di titoli in wish-list, come ad esempio The Night Manager, miniserie in sei episodi tratta da un libro di le Carrè (che ho letto e apprezzato un po' di tempo fa ). 




Adesso che ci penso, ho pure visto un episodio e mezzo della miniserie Doctor Thorne , adattamento per la tv di Julian Fellowes (quello di Downton Abbeydel romanzo di Anthony Trollope. Adattamento che proprio non mi è piaciuto (forse perché ho letto da poco il romanzo!). 

Il libro: Doctor Thorne di Anthony Trollope
Riuscirà il giovane e semi-rovinato possidente Frank Gresham a sposare la sua amata Mary Thorne, nipote squattrinata di oscuri natali del buon dottore di Greshambury? Tutti propendono per il no: Frank deve assolutamente sposare una donna ricca, o la tenuta andrà completamente in malora! 
Come sapete (se mi conoscete bene) ho una vera e propria fissa per lo scrittore vittoriano Trollope, e questo terzo romanzo della serie ambientata nel Barsetshire mi è piaciuto moltissimo!
Per me il capolavoro dell'autore resta Orley Farm, ma anche questo è entrato immediatamente fra i miei preferiti. 




Il film: Questo mese sono andato al cinema solo una volta, per vedere Ave, Cesare! dei miei amati Coen Bro. Non sarò certo io a spiegarvi perché questo piccolo film fatto con du' lire è delizioso e a suo modo geniale. Ho tentato con molti ma alla fine mi sono un po' stufato di sentire frasi del tipo "eh, voi hipster fan dei Coen vi date solo delle arie dicendo che questo brutto film vi è piaciuto" quindi mi arrendo. Evidentemente avete la verità in tasca, quindi è inutile discutere.



La canzone: Mr. Kiss Kiss Bang Bang di  Shirley Bassey


Sono un grande fan di James Bond e adoro alla follia questa canzone! Senza contare che  il film Thunderball è proprio bellino (Fiona Volpe! ♥) 

L'oggetto


E qui devo iniziare a parlare delle mie miserie pasquali: circa una settimana fa mi sono tagliato un dito con una sega a mano (stavo potando un olivo). Un "taglietto" da otto punti di sutura al pronto soccorso, che mi ha praticamente segato (scusate il tremendo gioco di parole) l'entusiasmo per le seguenti feste. Ma non solo, dopo tre giorni dall'infortunio mi sono pure beccato una terribile gastroenterite che mi ha mandato K.O. per altri due giorni (e tutt'ora ho una debolezza addosso che non vuole proprio passare). Insomma, un periodo da esorcismo!

Il cibo: Niente cibi sfiziosi.  Più che altro riso in bianco. Allegriaaa!






lunedì 21 marzo 2016

Un albero cresce a Brooklyn di Betty Smith.




Titolo: Un albero cresce a Brooklyn (A Tree Grows in Brooklyn)

Autrice: Betty Smith, pseudonimo di Sophina Elisabeth Werner , nasce nel 1896 a Brooklyn da genitori figli di immigrati tedeschi. Scrittrice soprattutto di teatro, nel 1943 pubblica Un albero cresce a Brooklyn, cui seguiranno Domani andrà meglio (Tomorrow Will be Better) nel 1947, Maggie di Brooklyn (Maggie-Now ) nel 1958 e Al mattino viene la gioia (Joy in the Morning) nel 1963. Muore nel 1972. 
Tutti i suoi romanzi sono editi in Italia, anche se l'unico ancora in commercio (grazie a una nuova edizione ritradotta dalla casa editrice Neri Pozza) è appunto Un albero cresce a Brooklyn. Ma se frequentate librerie dell'usato non è difficile trovare altre sue opere, edite negli anni sessanta/settanta da Mondadori e Club degli editori -Milano.




Trama fornita dalla casa editrice: È l’estate del 1912 a Brooklyn. I raggi obliqui del sole illuminano il cortile della casa dove abita Francie Nolan, riscaldano la vecchia palizzata consunta e le chiome dell’albero che, come grandi ombrelli verdi, riparano la dimora dei Nolan. Alcuni a Brooklyn lo chiamano l’Albero del Paradiso perché è l’unica pianta che germogli sul cemento e cresca rigoglioso nei quartieri popolari. Quando nuovi stranieri poveri arrivano a Brooklyn e, in un cortile di vecchie e tranquille case di pietra rossa, i materassi di piume fanno la loro comparsa sui davanzali delle finestre, si può essere certi che lì, dal cemento, sbucherà prima o poi un Albero del Paradiso. Francie, seduta sulla scala antincendio, lo guarda contenta, poiché oggi è sabato, ed è un bel giorno a Brooklyn. Il sabato gli uomini ricevono la paga e possono andare a bere e azzuffarsi in santa pace. Il sabato lei, bambina irlandese di undici anni, come tutti i bambini del suo quartiere, fa un salto dallo straccivendolo. Insieme a suo fratello Neeley, Francie raccoglie pezzi di stagnola che si trovano nei pacchetti di sigarette e nelle gomme da masticare, stracci, carta, pezzi di metallo e li vende in cambio di qualche cent.  Coi suoi coetanei con i calzoni lunghi e i berretti con la visiera, le mani in tasca, le spalle curve, i capelli così corti da lasciare scoperto il cuoio capelluto, Francie se ne andrà tra un po’ a zonzo per Brooklyn. Attraverserà prima Manhattan Avenue, e poi Johnson Avenue, dove si sono stabiliti gli italiani, e infine il quartiere ebraico fino a Broadway, dove guarderà eccitata i piccoli carretti che riempiono la strada, gli uomini barbuti con gli zucchetti di alpaca, i vestiti orientali dai colori vivaci posti ad asciugare sulle scale antincendio e i bambini seminudi che giocano in mezzo ai rigagnoli. Poi tornerà a casa, dove forse troverà sua madre, rientrata dal lavoro. Lungo il tragitto forse qualcuno le ricorderà che è un peccato che una donna così graziosa come sua madre, ventinove anni, capelli neri e occhi scuri, debba lavare i pavimenti per mantenere lei e gli altri piccoli Nolan. Qualcun altro magari le parlerà di Johnny, suo padre, il ragazzo più bello e più attaccato alla bottiglia del vicinato, qualcuno infine le sussurrerà mezze parole sull’allegro comportamento di sua zia Sissy con gli uomini.  Francie ascolterà e ogni parola sarà per lei una pugnalata al cuore, ma troverà, come sempre, la forza per reagire, poiché lei è una bambina destinata a diventare una donna sensibile e vera, forte come l’albero che, stretto fra il cemento di Brooklyn, alza rami sempre più alti al cielo. Nominato dalla New York Public Library come uno dei grandi libri del secolo appena trascorso, Un albero cresce a Brooklyn è una magnifica storia di miseria e riscatto, di sofferenza ed emancipazione di bruciante attualità.



Commento di Yue: Questo romanzo mi ha fatto compagnia per due settimane, ed anche se non parlo spesso di libri qui sul blog, beh, Un albero cresce a Brooklyn due paroline se le merita.
Tanto per cominciare è stato scritto 73 anni fa, ma nonostante l'età possiede quello smalto resistentissimo tipico dei grandi romanzi americani degli anni 40/50 , che a distanza di più di mezzo secolo continuano a "graffiare" ed emozionare generazioni e generazioni di lettori e lettrici. 

Costruito in gran parte su basi autobiografiche , Un albero cresce a Brooklyn rientra a pieno nel genere 'romanzo di formazione', con un' eroina -Francie- che all'inizio del libro è una bambina poverissima di undici anni e alla fine una giovane donna di 17, con le idee molto chiare per il futuro. Ma è anche e soprattutto la storia della famiglia Nolan, e dei numerosi personaggi (quasi tutti immigrati e molto poveri) che gravitano nella Brooklyn di inizio secolo, città tanto cara (e di conseguenza splendidamente rievocata) all'autrice. 

Se dovessi descrivere la storia di questa famiglia con una sola frase, sceglierei "Una lotta continua". Una lotta per non morire letteralmente di fame , e per preservare la dignità di esseri umani anche in condizioni quasi disperate . Ma sopratutto per le due grandi figure femminili di questo romanzo ovvero quella di Francie e sua madre Katie, la vera e unica lotta è quella di non arrendersi alla povertà, e di combatterla grazie ad un istruzione. 
Che pesantezza, direte voi. Descritto così sembra quasi uno di quei tristissimi romanzi veristi che ci facevano leggere alle superiori... ma in realtà non è così. 

Lo stile di Betty Smith e infatti molto acuto e ironico, e nonostante tutti i patimenti il mondo visto attraverso gli occhi di Francie (perché il punto di vista della narrazione è quasi sempre il suo) non risulta mai patetico e lamentoso, ma anzi, sono i piccoli momenti di felicità, le piccole conquiste ad aver risalto sul resto . E non mancano gli episodi divertenti, anzi, sono moltissimi, e certe vicende mi hanno fatto veramente ridere di gusto, come ad esempio quando il padre porta la protagonista, il fratello ed una piccola vicina in gita in barca : tutto va storto ed il ritorno a casa è talmente buffo e grottesco che pare uscito da un romanzo di Charles Dickens! Ed in effetti , i personaggi "dickensiani" non mancano mica in questo romanzo! Due esempi per tutti: lo zio Willie, in perenne lotta con il bizzoso cavallo del suo carretto del latte, e le poverissime signorine Tynmore, che si salvano dal morire letteralmente di fame grazie ai te e pasticcini offerti dalle loro allieve di pianoforte e canto. 

Sia chiaro: Francie non è la tipica protagonista sempre e comunque positiva che ammorba un sacco di romanzi per ragazzi e non, ed ha ben più di un momento di sconforto. E' una sognatrice, e ce la mette tutta per vivere al meglio, ma non è perfetta. Sua madre Katie invece, è una donna forte e soprattutto "pratica": è lei che , ammazzandosi di lavoro, porta avanti la famiglia, ma come Francie non è perfetta, e si rende ben conto di non essere equa nell'amore e nelle attenzioni per i propri figli. Altro personaggio memorabile è sicuramente Johnny,  il padre famiglia bello e dannato, perennemente ubriaco e senza lavoro ma sempre allegro e affettuoso con la sua famiglia (e soprattutto con la prediletta Francie, che chiama Prima Donna). Lo ammetto, i momenti dedicati al rapporto fra Francie e Johnny sono i miei preferiti, anche se quest'ultimo è davvero l'unico personaggio "tragico" e quasi poetico del romanzo (oserei dire Steinbeckiano) , che per certi versi stona con la concretezza degli altri. Sono molti altri i personaggi degni di nota (dalla smaliziata zia Sissy fino a nonna Rommely), ma non voglio svelarli tutti, quindi li scoprirete leggendo.

Per concludere: questo Un albero cresce a Brooklyn è davvero uno splendido romanzo, che ha qualcosa da dire anche settant'anni dopo la sua pubblicazione .
Bisogna avere un cuore di pietra per non affezionarsi a Francie - che seguiamo dai suoi primi passi nel mondo fino ai suoi primi amori importanti- e la Brooklyn di inizio secolo è descritta dall'autrice in modo talmente vivido ed evocativo che sembra davvero di stare in mezzo a quei palazzi fatiscenti , a lottare insieme ai protagonisti.   

Betty Smith è davvero un'autrice da riscoprire, e secondo me ha influenzato più di una fra le scrittrici americane contemporanee (volete un nome? Elizabeth Strout). 

Consigliatissimo!

Mio Dio, concedimi di essere qualcosa in ogni istante di ogni ora della mia vita. Fammi essere felice o triste; fa che io abbia caldo o freddo; che abbia poco o troppo da mangiare; che sia vestita elegantemente o con degli stracci, affidabile o bugiarda, degna di stima o peccatrice. Ma concedimi di essere sempre qualcosa in ogni istante. E concedimi pure di sognare quando dormo, in modo che non vi sia un solo momento della mia vita che vada perduto. 

Curiosità: Da questo libro è stato tratto un film diretto dal grande Elia Kazan. Non l'ho ancora visto, ma conto di farlo al più presto! 



Curiosità 2: L'albero del titolo , che riesce a crescere nelle condizioni più impervie e che diventa emblema di tutti i quartieri poveri di Brooklyn altri non è che l' Ailanthus altissima , albero  di origine asiatica naturalizzato anche in Italia. In effetti è un albero infestante che cresce in situazioni estreme ed è difficilissimo da eradicare. 





domenica 6 marzo 2016

I preferiti di Yue 20 : Febbraio 2016

Eccoci arrivati (stavolta MOLTO in ritardo) al secondo appuntamento del 2016 con i best of del mese. Siccome sono in pieno blocco (e tutto quello che scrivo mi sembra insulso) , ho deciso di commentare le varie categorie con una sola frase. Abbiate pazienza, ma questo mese va così.

Come sempre, questa rubrica è condivisa con l'amica di malefatte MariaSte, sul suo blog iononsonoquellaragazza . 


La serie Tv:
Strano è bello.



Il libro:


In the mood for love (sette anni dopo).


Il film:

L'amore è una malattia curabile.



La canzone:

No, non ho ancora elaborato il lutto.



L'oggetto: 
Sono a un passo dal farmi crescere le branchie

Il cibo:


Non saranno sane, ma sono buonissime!

P.S: Fra alti e bassi (soprattutto bassi), il 3 Marzo questo blog ha compiuto otto anni di età. A pensarci è incredibile per una persona come me, che si stanca subito delle cose. Grazie a tutti voi, che l'avete sempre seguito, letto e commentato! 

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